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CHAKRA YOGA

Aggiornamento: 7 mar 2021



Cosa sono i chakra?


Sono i nostri sette centri e canali energetici, fanno parte di un vero e proprio sistema; corrono lungo il canale vertebrale e regolano il nostro benessere fisico ed interiore.

Corrispondono ad aree precise del nostro corpo fisico ed energetico e sono mappabili.

Il prana, la nostra energia vitale, vi arriva e vi esce: i chakra la ricevono, la assimilano, la trasmettono.

Fanno parte di una architettura che possiamo interpretare come un ponte, che unisce le varie parti del corpo – ossa, muscoli, organi - con la nostra anima.

Possiamo anche visualizzarli come una scala: abbiamo la possibilità di arrampicarci su verso l’alto oppure di scendere per radicarci. Raggiungere la liberazione e trascendenza oppure scendere nella manifestazione e nella immanenza. Per fare questo, la scala deve essere stabile. Per vari motivi i chakra si sbilanciano, si bloccano, anche contemporaneamente, e perdono potere. Oppure smettono di funzionare.

E’ molto importante ristabilire l’equilibrio dei nostri chakra, e una pratica attenta ed introspettiva può essere di grande aiuto.


Perché è utile lavorare sui chakra durante la pratica yoga?


Non possiamo pensare che la pratica yogica si riduca ad un movimento fisico. Il nostro lavoro inizia dalle posture fino ad arrivare nel nostro profondo, dal corpo fisico al corpo energetico.

Seguire la pratica yogica con i chakra diventa un percorso, è un modo per accedere ad una pratica più profonda e consapevole, a una conoscenza del sé. Può diventare strumento di trasformazione e auto-guarigione. Le asana, il pranayama, i bandhas, i mantra e la visualizzazione sono metodi yogici per liberare, trasformare ed equilibrare il nostro corpo energetico e la nostra vita. In questo modo creiamo salute e benessere, perché attivando tutti i chakra l’energia sarà poi in grado di muoversi liberamente e in maniera fluida.

Le asana vengono osservate da un nuovo punto di vista, più funzionale.


Quali sono i chakra?


Muladhara, primo chakra: il suo elemento è la terra. La stabilità è la qualità, le gambe, i piedi, le ossa sono le parti del corpo comprese. Il colore è il rosso. L’azione maschile è nelle radici che entrano nella terra, nella spinta nella materia. L’azione femminile è di accogliere i nutrimenti della terra dalle radici, estraendo energia dalla materia. Il lavoro è sulla stabilità.


Svadhisthana, secondo chakra, arancione. Il suo elemento è l’acqua. Movimento, espansione. Anche, sacro, addome, organi sessuali, ginocchia, giunture. L’azione maschile è estensione, la ricerca, la pulizia; quella femminile è la sensibilità, ricevere, attrarre, nutrire. Pratica sull’apertura delle anche.


Manipura, terzo chakra, giallo. Fuoco. Energia, forza. Costole, ghiandole adrenali, plesso solare, organi digestivi. Azione maschile: dare inizio, volere, forzare, creare. Femminile: calore, destrezza, abilità, splendore. Pratica puntata sulla creazione dell’energia, del core.


Anahata, quarto chakra, verde. Aria. Torace, polmoni, diaframma, scapole, costole, cuore, sistema respiratorio. Azione maschile: protezione, guida, supporto; femminile: dare, nutrire, connettere, unire, raggiante. Pratica sull’apertura del torace, espansione del respiro; pranayama, bandhas.


Visuddha, quinto chakra, elementi il suono, etere. Colore blu. Spalle, collo, gola, lingua, bocca, orecchie. Azione maschile: creare ordine, distinzioni, comandare; femminile: ascolto, creatività, creazione dell’armonia. Pratica rivolta ad aprire le spalle e la gola; canto, vibrazioni, suoni.


Ajna, sesto chakra. Indaco, viola. La luce. Occhi, fronte, ghiandola pineale. Maschile: illuminazione, rivelazione, intuizione, visione. Femminile: bellezza, intuizione, radiosità, percezione. La pratica consiste nel silenziare la mente, a concentrarsi sul drishti (la pratica del guardare).


Sahasrara, settimo chakra. Bianco, che racchiude in sé tutti i colori. L’elemento è la coscienza, il pensiero. Testa, cervello, sistema nervoso in generale. Maschile: conoscenza, ordine, vuoto. Femminile: saggezza, unità, pienezza. La pratica consiste in per lo più in inversioni e meditazione.


Come funziona?


Per portare qualche esempio alla vostra attenzione, se abbiamo bisogno di creare nuova energia dentro di noi e rinforzarci, non sono fisicamente, per cui comprendendo anche la nostra forza di volontà, lavoriamo sul terzo chakra, con una pratica rivolta a generare potenza, riattivando e rinforzando il nostro “core” e bilanciando la nostra volontà con il lasciare andare. Guidando l’energia pranica possiamo combattere l’inerzia, la pigrizia, ritrovare lucidità e mancanza di disciplina. Ottima la pratica dei guerrieri.

Certe volte perdiamo il contatto con la nostra parte saggia, e permettiamo ai pensieri, troppi ed affollati, di portarci via dal nostro rimanere focalizzati su qualcosa, qualsiasi cosa ci interessi, su cui vogliamo portare tutta la nostra attenzione. Qui diventa molto importante il lavoro sul sesto chakra, posizionato all’altezza del nostro terzo occhio. Stimolando e poi liberando questo chakra, spesso congestionato, aiutiamo noi stessi a ritrovare una chiarezza di pensiero e di conseguenza la nostra guida interiore. La chiarezza mentale e la calma ci porteranno a ritrovare la nostra parte creativa. L’immaginazione e la visualizzazione diventano strumenti strategici. Le inversioni fanno parte di questa pratica, ci insegnano a lasciare andare antiche credenze, a liberarci da paure, a svuotare la mente, ad aprirci a nuove rivelazioni e a nuove opportunità.

Il lavoro sul secondo chakra, con l’elemento dell’acqua che lo contraddistingue, è molto indicato se abbiamo implicazioni con le anche, sia che si tratti di rotazione o di apertura. Le anche sono tutto un mondo a sé. Gran parte dei movimenti del nostro corpo hanno origine dal muscolo responsabile del funzionamento delle anche, che parte dalle gambe, attraversa appunto le anche ed arriva fino alla colonna vertebrale. Ovviamente è sempre importante lavorare anche sul primo chakra, per insegnare al corpo a radicarsi, in modo che poi possa estendersi verso l’alto, per permettere a tutti i chakra che trova sul suo cammino verso l’alto di aprirsi. Il nostro saperci divertire, giocare, il nostro piacere sono residenti in questa parte del corpo. E’ il primo chakra in cui iniziamo a provare emozioni.


Pratica consapevole sui chakra e chakra yoga workshop


Credo di aver già scritto qualcosa a questo riguardo. Non manteniamo a lungo le asana, ma abbastanza a lungo in modo che le persone possano “trovare” la posizione. Come dice Iyengar: “you must savor the fragrance of a posture. Until you are relaxed, you cannot savor the fragrance”. Ci vuole quel tempo necessario per i muscoli e per i tessuti di liberarsi, sbloccarsi. Nello yoga è importante trovare il proprio centro, la propria stabilità e la propria grazia. Di solito 5 lunghi respiri sono sufficienti. Sicuramente non sono d’accordo con lo spingere troppo nel movimento perché perdiamo il significato profondo dello yoga o rimanere troppo a lungo e iniziare a soffrire. Lo scopo è aumentare la consapevolezza del proprio corpo.


La mia esperienza personale e i vantaggi della pratica del Chakra Yoga


Ho praticato e studiato molti stili di yoga, con Maestri di diverse scuole, fino ad arrivare ad un affinamento di uno stile personale, inclusivo di varie tecniche. Mi sono avvicinata agli studi dei Chakra una ventina di anni fa, grazie ai libri di Anodea Judith, una vera e propria pioniera. Successivamente ho iniziato ad introdurre gli insegnamenti nella pratica che insegnavo, anche a seguito di workshop a cui ho partecipato come allieva, e ho subito notato che venivano recepiti ed accolti con molta attenzione. Le persone scoprono cose di sé stessi che non sapevano, e il loro corpo diventa lo strumento di un lavoro molto preciso. Quella unione tra corpo e anima, il significato stesso della parola yoga, la ritroviamo espressa totalmente in questa pratica.

La sensazione è di fare qualcosa di veramente costruttivo per sé stessi, rendendo la pratica ancora più profonda e consapevole.

Questo tipo di pratica si adatta molto ad un workshop, ancora meglio ad un retreat, possibilmente “unplugged” e intimo; lavoriamo ogni giorno su un chakra diverso, costruendo piano piano su una base solida, blocco sopra blocco, con pazienza, ritrovando parti di noi che erano rimaste nella nebbia, rimuovendo gli ostacoli che ci impediscono di procedere in armonia nella nostra vita, coltivando un benessere per noi stessi e per le persone che amiamo e per l’ambiente che ci circonda.

Le asana si alternano con sessioni di meditazioni guidate; la mia maestra e ispiratrice è Doreen Virtue.

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